Un inadeguato Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02405 contro la "Alienazione" o "Parental Alienation"?

05.11.2019

di Avv. Michela Nacca

Gia' il 15 ottobre 2019, durante la Conferenza Stampa delle Onorevoli Giannone, Valente, Boldrini, Annibali e Ascari in favore di Laura Massaro e di tutte le madri colpite da diagnosi di Alienazione Parentale, ci era parso evidente che i quesiti elencati dalla Presidente della Commissione sul femminicidio, finalizzati a rilevare l'uso della PAS/PA nei tribunali, apparissero gravemente inadeguati allo scopo, cosi da rischiare di non riuscire a far emergere  il fenomeno e far apparire in futuro questa indagine un fallimento o addirittura fuorviante!

Mi riferisco ai quesiti formulati e presentati, come questionari, ai Presidenti dei tribunali italiani, ma anche a quelli rivolti di recente al Ministro della Giustizia attraverso un Atto di Sindacato ispettivo.


Il 30 0ttobre scorso la Senatrice Valente ( di concerto con altre Senatrici firmatarie) ha infatti presentato un Atto di Sindacato Ispettivo (il n.4 - 02405) al Ministro della  Salute e della Giustizia.

Si tratta di atti  potenzialmente efficaci ed  IMPORTANTi ... MA SOLO SE I QUESITI FOSSERO STATI ELABORATI IN MODO ADEGUATO !

E' chiaro che siano stati consigliati da chi probabilmente  ha solo una parziale e frammentaria   esperienza in merito alla Parental Alienation !(1)


I quesiti contenuti nell'Atto di sindacato ispettivo sono i seguenti :

"se il Ministro in indirizzo ritenga utile predisporre una specifica forma di monitoraggio da parte dell'Autorità sanitaria affinché tale costrutto ascientifico (PAS o AP) non venga utilizzato dagli operatori sanitari, né dai consulenti forensi con la qualifica di medici e psicologi;

se intenda promuovere iniziative volte a monitorare l'applicazione di trattamenti sanitari giustificati, esplicitamente o meno, da PAS/AP, nonché a valutare quanto casi di questo genere confliggano con la corretta applicazione della legge n. 833 del 1978 sul trattamento sanitario obbligatorio;

se consideri opportuna l'istituzione presso il Ministero di una commissione ad hoc che si faccia carico, oltre che delle azioni indicate, anche di valutare sia gli esiti di provvedimenti basati su diagnosi e trattamenti sanitari inappropriati, sia l'impatto sulla salute dei bambini coinvolti nelle misure già attuate, valutando anche caso per caso, là dove ve ne sia necessità, tale impatto;

se intenda predisporre, in accordo con il Ministro della giustizia, misure che regolino la gestione dell'intervento sanitario in ambito forense."

(v. in https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1125214&fbclid=IwAR0WrFCmuAFAv12Ie5m4g83JFtGX_i0cCOEiQtZ4RZYQQLNzF3jgDdRsLkY  ).


Come detto si tratta di un atto importante, che attendevamo da tempo, tuttavia esso rischia seriamente di condurre  a risposte solo molto parziali e incomplete, dunque fuorvianti !

Cio' potrebbe avvenire perche':

1. Non e' stato indicato il periodo di rilevazione che, a nostro parere, avrebbe dovuto aggirarsi agli ultimi 10 anni.

2. I quesiti non tengono conto del fatto che i sostenitori della PAS, ridenominata in seguito Alienazione Genitoriale, da diverso tempo  hanno nuovamente riqualificato la loro teoria: definendola come semplice Alienazione o addirittura solo come "problemi relazionali" o "manipolazioni psicologiche" o "rifiuto immotivato" o in altro modo, senza piu' nemmeno parlare di alienazione ( pur continuando tuttavia ad applicare gli stessi principi, gli stessi criteri e teorizzando gli stessi "sintomi" ....perche' in fin dei conti continua a  cambiare il nome della PAS, ma non la sua sostanza!).

La richiesta di "verifica di monitoraggio su eventuali diagnosi di PAS/PA" e' dunque formulata in modo del tutto insufficiente e non fara' emergere la realta', dato che utilizza delle definizioni ormai non piu' usate in CTU, ne'  nelle sentenze o nei provvedimenti giudiziari adottate di conseguenza!

2. Anche la richiesta di monitorare "l'applicazione di trattamenti sanitari giustificati da PAS/AP" e' anch'essa  inficiata dal cambiamento di denominazione effettuato negli ultimi mesi, come gia' spiegato.

La denominazione PAS o AP e' infatti ravvisabile  in sentenze dei tribunali dei minori, dei tribunali ordinari e delle Corti di appello  datate fino al settembre 2018-aprile 2019.                              NON OLTRE !

Come detto, successivamente a tale periodo e' infatti ingenerata la prassi giudiziale di utilizzare altre definizioni (al posto della PAS/AP).

Qundi da una rilevazione degli ultimi sei mesi, potrebbe emergere che NESSUNA CTU o Sentenza o altro provvedimento giudiziale contenga la diagnosi di PAS e PA !

Con la conseguenza del tutto ERRONEA  che si potrebbe pensare che il fenomeno sia NULLO o del tutto ECCEZIONALE !

MA NON BASTA!

Negli ultimi mesi  e' cambiata anche un'altra prassi giudiziaria (e l'esempio di Laura Massaro e' emblematico ma  non unico).

Anche in questo caso, il motivo del cambiamento nasce dalla feroce critica imperversata tra settembre 2018 e marzo 2019 circa la  Parental Alienation ed  il ddl Pillon (che costituisce solo una trasposizione in termini giuridici della junk science) : non solo sulla possibilita' di diagnosticare una sindrome/disturbo inesistente nel DSM 5, ma anche riguardo il vero e proprio TSO mascherato praticato sul minore che esso prevede e che gia' da anni veniva richiesto dai CTU ed eseguito nei tribunali   (2).

Infatti da qualche tempo non viene piu' disposta la collocazione del minore in struttura privata o casa famiglia, ove veniva attuato  il trattamento psicologico di reset (con "riavvicinamento al padre" e parallelo  drastico distacco psicologico ed emotivo  dalla madre ), ma le sentenze ed i provvedimenti giudiziali piu' recenti impongono di procedere direttamente  alla collocazione  presso il padre di cui il bambino ha paura (i sostenitori pro PA dicono "il genitore rifiutato"), il quale  viene dichiarato unico affidatario (SENZA PIU' PASSAGGIO ALLA STRUTTURA PRIVATA o CASA FAMIGLIA) : padre che, stante la contemporanea dichiarata decandenza della responsabilita' genitoriale materna, potra' a quel punto liberamente avviare un trattamento psicologico di reset per il figlio minore. E cio'  con CHIUNQUE ed OVUNQUE  EGLI VOGLIA: senza piu' bisogno che il Giudice debba disporre il trattamento o autorizzare l'intervento terapeutico  !

Cio' comporta ovviamente che il trattamento di RESET, che pur viene praticato, non risultera' dagli atti giudiziari... ne' dunque esso e' piu' ormai rilevabile da un esame nelle strutture pubbliche (ASL), perche' rimane una scelta privata: non verificabile ne' limitabile dalla madre !

Dove e chi pratica questo trattamento? Da quanto tempo e con quali esiti raggiunti?

Questa sarebbe stata la domanda giusta da porre a CHI attua questo reset: ossia ai Professori che hanno insegnato da anni la PAS e a coloro che per anni hanno praticato la "cura" (con quali esiti non e' dato saperlo, PERCHE' MAI SONO STATI PUBBLICATI!).

Al Ministro della Salute e quello della Giustizia  si sarebbe dovuto chiedere se questo trattamento di reset sia  stato verificato scientifiamente, dai tribunali e dalle ASL, se e' mai stato  approvato dal Ministero della Salute, se ad esempio esso e' stato testato con metodi scientifici  ( con quali esiti e quale scarto di errore) e se e' stato brevettato !

Per  quanto sopra rilevato, dunque risulta evidente che dall'indagine ispettiva  non emergeranno casi recenti attuali (ne' degli ultimi mesi, ne' dei prossimi mesi) in risposta ai quesiti n.1, 2, 3 e 4 proposti dall'Atto di Sindacato Ispettivo.

In tal modo sembrera' che questi casi NON AVVENGANO E CHE IL CASO DI LAURA SIA  TUTTA UNA MONTATURA O UNA ECCEZIONE ISOLATA.

MENTRE NON E' COSI.

E' importante dunque che l'indagine si estenda a tempi pregressi (almeno ultimi 6 anni o anche piu', al fine di rilevare l'andamento dei casi gidiziari) e che tenga conto delle  varianti sopra indicate (non solo di nome, ma anche riferite alla collocazione ed al reset) nonche' vada intragrato con i quesiti ulteriori proposti.


1) Riteniamo che molti CAV (Centri Anti Violenza) non abbiano molta esperienza sulla PAS/AP e cio' per vari motivi:a. le donne abusate spesso non si rivolgono ai CAV, in quanto istituzionalizzati, ma preferiscono rivlgersi ad associazioni private o, ancor piu', ad avvocati di fiducia.b Peratro la maggioranza delle madri, separandosi da uomini violenti, tuttavia non denuncia gli abusi subiti. Cio' nonostante spesso subisce lo stesso "trattamento" riservato alle mamme che denunciano: quello di essere accusate di Parental Alienation e di essere sottoposte a medesimo legal harassment .  c. I CAV intercettano solo i casi di violenza (e, come detto sopra, neppure tutti!) ma la PA e' una strategia processuale, di per se' sempre violenta e discriminante verso donne e minori, che viene usata largamente anche in casi in cui non c'e' mai stata violenza domestica, ne' mai essa e' stata denunciata: casi in cui la PA viene utilizzata strumentalmente quale strategia ricattatoria per ottenere vantaggi economici e patrimoniali. Casi che, come ovvio, sfuggono anch'essi COMPLETAMENTE al rilievo dei CAV, proprio perche' non nascono dalla violenza agita in ambiente domestico.  d. Sembrerebbe esistere  infine un ultimo rilievo lamentato da molte madri sul web.....

2) i primi a sollevare questa critica fummo noi di Maison Antigone, grazie alle puntuali osservazioni competenti della Prof.sa Assuntina Morresi, nella nostra ampia relazione di audizione del 15 gennaio 2019 sul ddl pillon.


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