Carmelo Abbate e la sua scelta di raccontare la serena accettazione della violenza, anche quando essa si esprime in una pedofilia incestuosa.

11.12.2019

di Avv. Michela Nacca

Il giornalista Carmelo Abbate dal proprio profilo fb seguitissimo, o dalle poltrone di 4 Grado,  racconta quasi tutti i giorni  delle storie di vite vissute. E lo fa bene. Ma quando deve trattare storie di relazioni genitori-figli o tra partner ed ex partner  caratterizzate da violenza, la sua "oggettivita'" sembrerebbe  tradirlo.

Nel raccontare tali vicende infatti usa  un taglio che, lungi dall'essere oggettivo  com'egli rivendica, sembra invece assumere un atteggiamento particolarmente empatico o acritico proprio nei riguardi dell'assassino e dell'abusante e non della vittima. Finendo dunque in tal maniera per  diffondere una visione di normalizzazione della violenza domestica, anche quando essa si trasforma nella violenza piu' grave: quella che conduce al femminicidio e all'abuso sessuale incestuoso di minori.

Abbate dunque  sembra scivolare in  una posizione  tutt'altro che oggettiva perche', non condannando la violenza, egli finisce per schierarsi, forse   involontariamente,   proprio dalla parte  della violenza medesima e del violento ma  non dalla parte della vittima!

Il 22 settembre 2019 ad esempio, ricostruendo il delitto di Elisa Pomarelli, riportava totalmente ed acriticamente la versione dei fatti dell'assassino reo confesso, tutta volta a sminuire le proprie responsabilita' e la gravita' dei propri agiti delittuosi: Abbate finiva  cosi per accreditare la versione del reo confesso  dinanzi al pubblico, che numerso lo legge non sempre con la capacita' di saper riflettere sui fatti.

Abbate precisa fin dall'inizio che questa e' la storia cosi come vissuta nella testa dell'assassino reo confesso di Elisa Pomarelli. Ma cio' basta per rendere il suo racconto realmente oggettivo? E poi...siamo sicuri che in questi casi, in nome di una oggettivita' inesistente, si debba accettare di dar voce ad una versione manipolata e manipolante?

Leggendola infatti verifichiamo una versione dei fatti  ictu oculi non credibile per molti motivi, oltre a quelli di seguito elencati.

Perche' in realta' Elisa non è morta per una caduta ma  STRANGOLATA.

Perche' colui che ne e' stato l'assassino reo confesso ha tentato per giorni e  lucidamente di depistare le indagini, allontanando da sé i sospetti, anche arrivando a simulare chiamate telefoniche sul telefono della ragazza, dopo che l'aveva gia' ammazzata.

Perche' la ricostruzione resa ad Abbate riflette pienamente il depistaggio più complesso messo in atto dall'assassino reo confesso, che ha anche  previsto il sostenere in giro, fra la gente del paese, che egli avesse costruito un bunker per vivere con lei: ciò forse al fine  di non suscitare dubbi iniziali sulla scomparsa di Elisa, affinché non si pensasse fin da subito alla sua morte e dunque non si indagasse o affinche' le indagini fossero ritardate.

L' animo e le vere intenzioni criminali dell'assassino reo confesso di Elisa Pomarelli potrebbero essere state  forse ben chiare agli stretti familiari dell'uomo: visto che immediatamente si sono affrettati a nominare la Bruzzone quale perito di parte, prima ancora che il reo confesso fosse ritrovato e avesse confessato, quando ancora in molti pensavano e si diceva che i due giovani si fossero rifugiati in un bunker nel bosco!

Un reo confesso che non si è affatto consegnato ai CC, come dice e viene riportato acriticamente dal giornalista Abbate, ma è stato intercettato e sorpreso dai CC mentre era NASCOSTO in un solaio. Intento a non farsi trovare ed intenzionato ad  evitare dunque l'arresto!

Senza dimenticare il fatto che addirittura il padre di una ex fidanzata sia giunto a nasconderlo in casa propria, pur forse gia' sapendolo assassino! E cio' ci fa pensare che quest'uomo reo confesso abbia una elevatissima capacità manipolatoria, oltre che criminale.

Una capacità dimostrata anche da altre circostanze: ce lo fa pensare ad esempio  il fatto che egli sia un tipo che, come dice, abbia saputo sempre mantenere buoni rapporti con le ex.

Lo stesso si deduce del resto dalla ricostruzione rappresentata al giornalista Carmelo Abbate e da questi riportata: una ricostruzione irrazionale, gravemente incoerente, ma fortemente basata su rappresentazioni dell'omicida atte a suscitare empatia e simpatia, nonché identificazione proprio con l'omicida e non con la vittima.
Cosi da rendere non più evidenti le incoerenze del racconto medesimo e giungere a confondere l'interlocutore!

Il fatto che questo uomo, assassino reo confesso, avesse "mandato a puttane" il suo lavoro ecc , come ricorda Abbate, NON dimostra che la ragazza lo manipolasse (del resto se è vero che lei ne approfittasse economicamente, a che pro fargli perdere il lavoro?????) Ma solo che LUI avesse un  DISAGIO COMPORTAMENTALE.

Ad ogni modo tutta la rappresentazione della storia, fin troppo fedelmente riportata da Abbate, mostra evidenti fini MANIPOLATORI, volti a scaricare colpe presunte sulla vittima.

Ci spiace  che Carmelo Abbate si sia reso strumento e MEGAFONO di questo assassino reo confesso.

Il suo nuovo  racconto del 11 dicembre 2019 ci desta altrettante perplessita'....

 Di nuovo una storia che  quasi giustifica e  normalizza la violenza. Come se un giornalista non avesse anche un  ruolo sociale.

Nel 1985 un tizio americano, che si spacciava per psischiatra professore della Columbia University senza esserlo, diceva che la pedofilia incestuosa è normale, che i bambini di 1 anno che fossero stati usati sessualmente dai loro padri avrebbero dovuto essergli grati per il "dono" ricevuto, perché a suo dire quando un bimbo viene presto avviato al sesso, da grande sarà più "carico" e capace di generare. Diceva che la pedofilia andasse dunque normalizzata ossia che i bambini dovessero essere educati ad accettarela e viverla serenamente. Diceva anche che le madri che non favorissero tale formazione, quelle che denunciavano e allontanavano i figlioletti da padri abusanti pedofili, fossero solo delle isteriche : donne che ovviamente non capivano il "dono" offerto ai loro bimbi dai padri !
Dunque andavano drasticamente allontanate dai figli.....

Si chiamava Gardner, inventore di quella follia chiamata Alienazione Genitoriale.

E questo articolo mi pare rappresenti un bell'esempio di serena accettazione della pedofilia incestuosa.


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