Luis Pedernera, Chairman della Commissione ONU sui Diritti del Fanciullo riafferma la condanna della PAS: e' ascientifica, "falsa" e la sua applicazione nei tribunali di tutto il mondo mette a grave rischio la sicurezza dei bambini !
di Avv. Michela Nacca
Luis Pedernera e' il Chairman della Commissione ONU sui Diritti del Fanciullo e a giugno scorso, commentando la riforma legislativa che si va attuando in Spagna a protezione dell'Infanzia (cd. Legge Rhodes), ha rilasciato una dichiarazione chiara e determinante :«La Ley contra la violencia en la infancia debe prohibir el uso del falso Síndrome de Alienación Parental»!
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aggiornamento
il 15 aprile 2021 anche la sessione plenaria del Congresso spagnolo ha approvato la cosiddetta Legge Rhodes o "ley de la infancia", La legge è stata approvata con un'ampia maggioranza: 268 voti a favore (PSOE, Unidas Podemos, PP, Ciudadanos, ERC e BNG), 57 contrari (Vox e PNV) e 16 astensioni (PdCat e EH_Bildu). Ha elevato la previsione della decorrenza della prescrizione dagli iniziali 30 anni proposti fino ai 35 anni raggiunti dalla vittima. Viene mantenuta la considerazione dell'utilizzo nei tribunali della teoria Parental Alienation quale forma di abuso istituzionale. Ora la legge proseguira' il suo iter al Senato
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La PAS, ha detto Pedernera, non solo e' "falsa" , ma in quanto ascientifica e fuorviante, non deve trovare applicazione nei tribunali, provoca gravissime distorsioni nel sistema giudiziario a protezione delle vittime di violenza, ponendo la sicurezza e la salute dei minori a gravissimo rischio.
I bambini devono essere ascoltati, ha aggiunto, avvertendo che la protezione all'infanzia non puo' prescindere dalla "inclusione della prospettiva di genere".
Quella spagnola diventera' una delle leggi piu' progredite al mondo, secondo Pedernera, in
quanto imporra' che chiunque venga a
conoscenza di violenza su minore debba procedere alla denuncia immediata alle autorita' competenti.
La Legge spagnola contro la violenza sull'infanzia e' stata promossa e fortemente influenzata da una nota dell'Associazione dei Pediatri di pronto soccorso Spagnoli ( Asociación Española de Pediatría de Atención Primaria AEPap)
che ha elaborato un documento in cui e' stato evidenziato come la violenza contro i bambini sia una 'intollerabile violazione dei
diritti umani' e un 'vero problema di salute pubblica', chiedendo che sia
incorporata nella nuova legge un'attenzione particolare alle vittime della
violenza di genere e che venga condannata la "violenza istituzionale' agita contro i minori non rinosciuti come "vittime" dal sistema giudiziario a causa della PAS, pseudoteoria di alcun fondamento scientifico. (v. in https://www.aepap.org/actualidad/noticias-aepap/comentarios-de-la-aepap-al-anteproyecto-de-ley-organica-de-proteccion-integral-la-infancia-y ).
La proposta di Legge (ridenominata Legge Rhodes in onore del pianista
e scrittore James Rhodes, vittima di abusi sui minori e autore di Instrumental, edito in italiano con il titolo "Le variazioni del
dolore" (Einaudi) ) e' stata approvata dal Consiglio dei Ministri spagnolo il 9 di giugno 2020 e ora prosegue il suo iter prevedendo anche l'ampliamento dei termini di prescrizione dei reati contro i minori (affinche' essi possano essere piu' a lungo perseguiti): la prescrizione decorra' solo dal trentesimo anno della vittima.
La Legge Rhodes, in via di approvazione ulteriore, stabilisce che qualunque reato di violenza verso i minori e gli adolescenti possa configurarsi come "reato di odio" discriminante; sono inasprite le condizioni per l'accesso alla liberazione condizionale e ai permessi
penitenziari da parte dei condannati per reati di abuso sessuale su minori di sedici anni.
Viene prevista una formazione specifica per Giudici , Pubblici ministeri e Forze di Polizia.
Nella riforma codiciale si parla poi in modo esplicito di "rivittimizzazione secondaria" e di "violenza istituzionale", riconoscendo gli elevati rischi che le vittime, anziche' trovare protezione nelle istituzioni, viceversa siano sottoposte a nuove violenze: in primis la negazione che siano delle autentiche vittime di DV.
Nella loro dichiarazione, i Pediatri di base spagnoli hanno riaffermato
che 'la violenza nella vita dei minori è una violazione intollerabile
dei diritti umani' e che ha 'effetti devastanti sullo sviluppo della
persona, sia durante l'infanzia che nella vita adulta. ' Tale è
l'incidenza di questi effetti, affermano dall'AEPap, che 'rappresentano
un vero problema di salute pubblica'. Nella dichiarazione l' AEPap
ricorda che `` un minore su quattro subisce uno qualsiasi dei tipi di
abusi sui minori, che uno su cinque subisce un qualche tipo di violenza
sessuale prima di raggiungere i 18 anni e che uno su dieci è vittima
diretta della violenza di genere a causa della loro condizione di essere
figlio / figlia di una madre vittima di detta violenza '. Secondo l'AEPap il problema piu' grave pero' e' qello iniziale, cioe' il riconoscimento dei minori come vittime di abusi!
Nella loro nota, i pediatri di base spiegano che la mancanza
di formazione e coordinamento tra i medici che intervengono nella
violenza sui minori, nonché la mancata applicazione delle leggi di
tutela in vigore, 'portano ad abusi istituzionali come invisibilità e
rivittimizzazione alle vittime '. Per questo motivo, invocano
l'applicazione della legislazione vigente, nonché l'attuazione dei punti
del patto di Stato contro la violenza sessista.
Essi riconoscono che,
sebbene ci siano cambiamenti importanti e graditi nel disegno di legge
'per gli adulti che sono stati vittime nella loro infanzia e
adolescenza', tuttavia sono necessarie misure urgenti per proteggere i minori che
'oggi subiscono violenza sotto i nostri occhi'.
Per tutti questi
motivi e per la consapevolezza che l'esercizio della loro professione
fornisce loro, formulano una serie di raccomandazioni per migliorare le
lacune nella protezione delle vittime che il disegno di legge presenta, tra cui quella di una formazione obbligatoria in "psicologia dello sviluppo" per tutti i professionisti che lavorano con i minori (NON di psicologia forense!)
.
I medici di base spagnoli chiedono che la nuova legge renda visibili i danni subiti dai minori le cui madri sono vittime di violenza di
genere: minori che, secondo la legislazione spagnola , sono anche vittime
dirette di tale violenza (non solo vittime di violenza assistita) in quanto per dei bambini l'assistere a scene di violenza equivale a subire violenza.
A causa della sua elevata incidenza sulla salute e il benessere dei minori, richiedono che la legge specifichi misure precauzionali per allontanare gli aggressori, sia nei casi di donne che hanno denunciato tali violenze, sia nei casi in cui senza aver denunciato le madri abbiano ottenuto lo status di vittime di questa violenza da altre istituzioni non giudiziarie (es. CAV).
L'Associazione dei Pediatri di base spagnoli raccomandano inoltre che la legge includa esplicitamente la violenza
sessuale incestuosa subita da minori per mano dei loro genitori, a causa
della sua `` invisibilità, occultamento sociale e serietà '' e
comprendono che il nuovo testo dovrebbe influenzare una gestione
specifica di questo violenza dovuta alla 'fragilità della vittima in un
contesto di confronto con la testimonianza di un minore di fronte al
genitore aggressore'.
Secondo le stime di organizzazioni come
Save the Children, in Spagna vengono denunciati solo il 15% dei
casi di abusi sui minori e di questi il 70% non supera la fase di
indagine, che non va mai in giudizio.
Il documento reso
pubblico dall'AEPap chiede inolotre che la nuova legge respinga ogni forma di
applicazione della Sindrome da alienazione parentale (presunta patologia
non riconosciuta da nessuna istituzione medica o psicologica e che
viene utilizzata nel sistema giudiziario per incolpare le madri vittime di violenza e riaffidare i minori agli abusanti), nonche' respinga anche la ''introduzione della figura del Parenting Coordinator che
persegue con la forza un rapporto con un genitore che il bambino
rifiuta'.
Il documento dell'AEPap afferma che in ogni caso è fondamentale indagare 'a fondo'
le cause del rifiuto del bambino ad incontrare un genitore: spesso legato alla violenza diretta subita e assistita. https://www.aepap.org/actualidad/noticias-aepap/comentarios-de-la-aepap-al-anteproyecto-de-ley-organica-de-proteccion-integral-la-infancia-y
Sembrerebbe che molto di quanto suggerito dallAssociazione dei Pediatri di base spagnoli sia stato recepito ....
TUTTAVIA....
Tuttavia la proposta legislativa che ha tradotto il Documento redatto dai Pediatri di Base, contro specifiche raccomandazioni in esso contenute, prevede proprio l'introduzione di coordinatori genitoriali ! Stabilendo addirittura che gli assistenti sociali diventino degli
"agenti dell'autorità" con poteri specifici conseguenti, e cio' "per la possibilità di essere esposti ad atti
di violenza o possibili situazioni di forte conflitto, come quelle
relative all'eventuale allontanamento del minore dalla sua famiglia nei
casi di abbandono".
Cio' e' stato proposto nonostante anche in Spagna i coordinatori genitoriali siano stati formati dalla psicologia giuridica proprio e specificamente per imporre la mediazione in casi di "alta conflittualita' genitoriale": compresi i casi di violenza domestica e abusi su minori.
Cio' in violazione della Convenzione di Istanbul che viceversa la vieta!
Senza parlare del fatto che gli assistenti sociali (formati da anni alla pseudoteoria PAS e poi alla Parental Alienation ed alla bigenitorialita' forzata) hanno sempre piu' frequentemente agito con grave discriminazione verso le madri ed i minori che hanno denunciato la violenza domestica, presumendone le denunce al 90% false, cosi come ha indottrinato la pseudoteoria PAS/PA da decenni. Cosi, anche nei casi in cui le denunce fossero risultate fondate ed esitate in c0ndanne penali, mediatori e assistenti sociali hanno ugualmente agito al fine di imporre una mediazione, sostenendo l'esigenza imprescindibile del mantenimento della relazione paterna, ancorche' violenta, "per il benessere del minore" ed in difesa della cogenitorialita'.
Senza poi parlare della violenza traumatica della ablazione di un minore dalla propria casa e dal genitore a cui e' legato e con cui intende vivere.
Di seguito l'intervista tratta da Diario Publico e rilasciata a Marisa Kohan dal Chairman UN Luis Pedernera
"Il presidente del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti
dell'infanzia, Luis Pedernera, analizza in questa intervista lo stato
dei bambini nel mondo dopo la pandemia. Questo uruguaiano, il primo
latinoamericano a presiedere questo comitato, è chiaro che una delle
principali sfide che questa pandemia ha messo in chiaro è che lo Stato
deve ascoltare i bambini e tenere conto dei loro contributi. È
necessario, afferma, che siano ascoltati in modo che 'smettano di essere
un attore sociale il cui posto non è riconosciuto'.
Pedernera
apprezza la grande importanza del disegno di legge contro la violenza
nell'infanzia che il Consiglio dei ministri ha appena approvato, ma
avverte che è `` un buon punto di partenza '', dal quale non può esserci
di meno, ma per arricchire e chiedere di più. Tra le cose che questa
nuova legge dovrebbe incorporare nel suo processo di elaborazione,
questo esperto evidenzia l'inclusione della prospettiva di genere in
modo trasversale e il divieto di utilizzare la presunta Sindrome da
alienazione genitoriale.
Se dovessi fare una rapida radiografia dello stato dell'infanzia nel mondo, quali aspetti metteresti in evidenza?
La
pandemia ha messo i bambini in una situazione particolarmente
difficile. La scena è cambiata radicalmente e il confinamento (avvenuto
in circa 122 paesi) lascia un'infanzia fragile, sia fisicamente che
emotivamente.
Al momento di prendere le decisioni, l'impatto che l'isolamento avrebbe
avuto sulla vita dei bambini non era graduale e questo deve essere un
problema da affrontare rapidamente. Ora ci sono conseguenze alle quali
dobbiamo prestare attenzione: sia per il numero di violenze sui bambini
(che è salito alle stelle) sia per lo stress, l'angoscia e la
preoccupazione per l'ambiente e per l'impatto economico sulle famiglie.
Ci sono molte questioni importanti da affrontare, incluso il ritorno a
scuola.
Ciò che la pandemia ci ha detto è che dobbiamo prestare
urgentemente attenzione a ciò che i bambini di tutto il mondo stanno
vivendo a seguito di ciò che è accaduto. Perché questa emergenza
sanitaria sta peggiorando una situazione già fragile. E una questione
che dovrà essere analizzata è il fatto che le misure che sono state
prese sono state fatte in modo molto omogeneizzante, il che ci ha fatto
perdere la prospettiva della diversità in termini di infanzia, ma anche
la diversità delle situazioni nel mondo . Una quarantena nei paesi
sviluppati, come i paesi nordici, non è la stessa cosa della quarantena
in un paese latinoamericano, che è la regione più diseguale del mondo, o
nei paesi africani.
Quando è stato omogeneizzato secondo uno
schema di un bambino che aveva soddisfatto i bisogni di base, che aveva
una casa, che aveva una connettività al 100%, la prospettiva di pensare
all'infanzia si perdeva. Questa è una domanda che dobbiamo prendere come
apprendistato per ritrovare lo sguardo sulle peculiarità e
particolarità di ragazzi e ragazze, perché quando omogeneizziamo le
risposte si possono commettere grandi errori e ingiustizie. Questo è ciò
che sta esponendo: le conseguenze di queste decisioni nella vita dei
bambini.
Quali sono stati i problemi che hanno sofferto i bambini nel mondo e questa crisi sanitaria è peggiorata?
È difficile generalizzare perché si possono commettere errori, ma la
povertà è un grave problema durante l'infanzia. I dati nel mondo
indicano che i bambini continuano ad essere, in una percentuale più
alta, la popolazione che si trova in una situazione di povertà. Un'altra
questione chiave è la criminalizzazione dei bambini. Ad esempio abbiamo
il caso dei bambini migranti e quanti Stati affrontano questo problema
attraverso la repressione. In molti paesi, i bambini sono ancora
identificati come pericolosi, come un problema di sicurezza e
l'attenzione è rivolta a misure repressive o di polizia.
In
reazione alla pandemia, gli Stati hanno creato comitati scientifici per
pensare alla migliore risposta sulla base delle prove e che tali
risposte siano valutate in modo permanente. In questo contesto, il
Comitato sui diritti dell'infanzia chiede agli Stati di compiere uno
sforzo particolare per raccogliere e sistematizzare i dati, perché non è
possibile pensare di sviluppare politiche pubbliche verso i bambini
senza informazione. Sarà importante anche il coordinamento tra le
diverse agenzie statali e che la pianificazione di questa politica
pubblica possa essere valutata per vedere se funziona, se no, se è
necessario correggerla o addirittura eliminarla.
Infine, una delle grandi sfide che gli Stati devono affrontare è
ascoltare i bambini. La pandemia lascia anche quell'insegnamento. I
bambini sono stati i meno in grado di esprimere le loro opinioni durante
il processo che si è verificato da quando è stata dichiarata la
pandemia. Le dita di una mano sono sufficienti per contare quali sono
stati i capi di Stato che hanno parlato direttamente ai bambini e sono
stati incoraggiati a raccontare loro cosa stava succedendo e ad
ascoltare le loro opinioni. In questo senso, tutte le società hanno un
grande debito nei confronti dei bambini: spiegare loro, in base al loro
livello di sviluppo, il momento storico che stiamo vivendo e ascoltare
come si sentono, cosa pensano delle misure che si stanno prendendo e
ascoltare anche loro durante la valutazione.
Ragazzi e ragazze continuano a essere un attore sociale il cui posto non
è riconosciuto. Credo che durante l'intera pandemia abbiano dimostrato
di aver vissuto questo processo con una responsabilità, con una
preoccupazione e con un senso di solidarietà che molti adulti e
istituzioni non hanno avuto. Qui sta una delle sfide più importanti
delle nostre società. Riuscire a farne il posto che i bambini dovrebbero
occupare nelle nostre società in modo che la loro voce sia presente.
In questo contesto, come valuta il progetto di legge contro la violenza nell'infanzia che la Spagna ha appena annunciato?
È
molto importante. Perché uno dei dati presentati dalla pandemia è
l'aumento della violenza che si è scatenata durante la reclusione. Con
questo passaggio, lo Stato spagnolo si sta sintonizzando con una
raccomandazione che il Comitato ha già fatto nel 2010 e che ha ribadito
ancora nel 2018. Il progetto ha molti punti di forza e se la legge fosse
finalmente approvata, collocherebbe la Spagna in prima linea nel mondo.
E
lo dico perché quelle che finora sono state approvate sono sempre state
leggi in cui l'infanzia è stata trascinata, cioè pensate sempre per gli
adulti. In questo caso, è una legge specifica che riconosce il problema
specifico della violenza nell'infanzia e cerca di dargli un approccio
globale. Non solo guardando alla persecuzione di coloro che esercitano
violenza, ma un approccio che la Convenzione sui diritti dell'infanzia
rivendica deve essere olistico.
Questo disegno di legge è molto rilevante nel contesto internazionale,
perché non abbiamo quasi nessun esempio di questo tipo di legislazione
globale. Da quello che sappiamo, solo nei paesi nordici ci sono alcune
esperienze (in Norvegia, ad esempio). Quello che troviamo è che ci sono
leggi complete contro la violenza di genere. Ma i bambini in queste
leggi sembrano venire come un accessorio. Ciò che questa legge fa è
porre sul tavolo una questione urgente la questione della violenza
specifica contro i bambini, che ha una prospettiva globale.
Inoltre,
per quanto ne so, questa legge è in corso dal 2010 ed è passata
attraverso diverse amministrazioni, quindi c'è un certo consenso
politico sull'importanza all'ordine del giorno e credo che in quello
scenario ci sia speranza che passi alla sua approvazione.
C'è qualche tipo di guida o raccomandazione che le Nazioni Unite richiedono per sviluppare queste leggi?
Non
a livello globale. Ci sono i documenti delle osservazioni e delle
raccomandazioni che il Comitato ha fatto allo Stato spagnolo. Nel 2018
abbiamo accolto con favore la riforma del codice civile che ha sradicato
le punizioni fisiche in tutti i settori. Poi gli abbiamo chiesto che il
paragrafo 22 e seguenti, cioè quelli dedicati alla violenza, fossero in
attesa dell'approvazione di una legge globale ... Questo è specifico
per la Spagna. Ma non c'è un decalogo specifico, ma piuttosto le misure
da adottare nascono da un dialogo del Comitato che presiedo con i
diversi Stati e in cui intervengono le agenzie delle Nazioni Unite e le
ONG, nonché lo Stato stesso.
Il comitato fa osservazioni generali su parti specifiche dei diritti dei
bambini e commenti generali per affrontare la violenza e sarebbe bene
che i governi li usassero, perché sebbene non siano obbligatori fissano
standard minimi. Riteniamo che il progetto preliminare sia un buon piano
per iniziare e non dovremmo accontentarci di meno di quanto già
raccolto. Ora è il momento di pensare a cos'altro aggiungere per
migliorarlo, in modo che la Spagna abbia la migliore legge contro la
violenza contro l'infanzia che sia possibile.
Incorporare una prospettiva di genere nella legge sarebbe uno di quei miglioramenti?
'Le
prove internazionali dimostrano che i ragazzi e le ragazze subiscono la
violenza in modo diverso. E il conto dovrebbe riconoscerlo '
Tenendo
presente che non sono un esperto del progetto, ci sono alcune domande
che sorgono nella mia lettura. Uno di questi è come integrare la
prospettiva di genere nella legge, che è una sfida importante. Nel suo
quarto articolo, la legge riconosce che tutto deve essere fatto con una
prospettiva di genere e parla in modo permanente di ragazzi e ragazze.
C'è un percorso iniziato, ma penso che dovrebbe essere migliorato,
perché l'evidenza internazionale mostra che i ragazzi e le ragazze
subiscono la violenza in modo diverso. E il conto dovrebbe riconoscerlo.
Ad
esempio, la questione di Internet e i crimini commessi in essa
riguardanti la violenza sessuale, il grooming e il cyberbullismo, hanno
un modo specifico e differenziato di attaccare i ragazzi e le ragazze.
Non voglio dire che i bambini non siano vittime. Ma i preferiti in
questo tipo di attacchi nel cyberspazio sono loro. La ricerca indica che
sono le ragazze che subiscono i più abusi all'interno della casa e che i
ragazzi lo sperimentano in altre aree come lo sport. Ma ci sono anche
altre domande che dobbiamo riconoscere che il patriarcato è la dea, che è
il modo in cui i ragazzi e le ragazze sperimentano questa violenza. È
più difficile per loro esprimere quando subiscono abusi sessuali perché
soffrono di tutti gli stereotipi del patriarcato. Ecco perché la legge
dovrebbe riconoscere queste singolarità, che è importante guardare con
una prospettiva di genere.
La questione dell'orientamento
sessuale è un'altra linea che dovrebbe essere approfondita. I bambini
LGTB subiscono violenze e molestie in modo particolare, a causa della
loro condizione. E questo dovrebbe essere affrontato in modo specifico
anche in ambito giuridico e scolastico. Infine, abbiamo detto alla
Spagna che dovrebbe affrontare la questione degli interventi chirurgici
per i bambini intersessuali. Il Comitato ritiene che quando le decisioni
vengono prese da genitori e figli sono giovani e non partecipano a
questo processo, gli effetti sui loro diritti sono molto importanti.
Anche in questo caso sarebbe necessario adottare un approccio di
prospettiva di genere affinché la legge affronti questo problema.
Quale altro aspetto dovrebbe essere preso in considerazione in una legge contro la violenza sui bambini?
Una
questione chiave che la legge dovrebbe affrontare è la questione della
sindrome da alienazione genitoriale.
E lo dico attraverso casi che
conosco e in cui ho avuto modo di incontrare madri vittime di questa
falsa sindrome e ho visto testimonianze di allontanamento di bambini
affidate ai genitori o istituzionalizzate dopo un processo in cui il
madre era accusata di questo falso SAP. E le scene di bambini che urlano durante
questi processi di allontanamento forzato sono enormi e devono essere
affrontate in una legge contro la violenza. Perché ciò che questi
bambini sperimentano sono situazioni di violenza che non possiamo
tollerare. È un'occasione importante perché venga affrontata in questa
legge e vieta l'uso di questa sindrome inesistente.
Nessun organo
riconosce questa sindrome da allineamento genitoriale come una
patologia. La CEDAW [il comitato delle Nazioni Unite contro la
discriminazione contro le donne] ei relatori specifici sulla violenza
contro le donne lo hanno chiaramente evidenziato nel 2019 in una
dichiarazione. Da quello che so in Spagna, sarebbe importante che questa
legge considerasse il suo divieto, perché ciò che i bambini soffrono
con la sua applicazione sono situazioni di estrema violenza.
'I paesi nel mondo che stanno applicando questa presunta sindrome in modo preoccupante sono Brasile, Cile e Spagna'
Inoltre,
l'applicazione di questa presunta sindrome genera una tremenda mancanza
di protezione nei bambini. I contratti di locazione forzata sono
violenza che non tiene affatto conto dei tuoi migliori interessi. Questo
miglior interesse non è una frase che deve adornare il nostro discorso.
È un principio che deve funzionare nei momenti in cui i bambini stanno
attraversando un periodo difficile.
I paesi nel mondo che stanno
applicando questa presunta sindrome in modo preoccupante sono Brasile,
Cile e Spagna. E penso che questa legge dovrebbe essere l'occasione per
dire qualcosa al riguardo, in linea con quanto dicono gli organi delle
Nazioni Unite: che non può essere applicata in nessuna circostanza. Ma
con una prospettiva incentrata sul bambino, non sull'adulto. Deve essere
pensato dal punto di vista dei tuoi diritti e della loro protezione.
La
mia specializzazione è la giustizia minorile, non tanto sulla violenza
contro i bambini e sul genere. Ma in commissione ho imparato ad
ascoltare molto i miei colleghi ea collaborare con altre commissioni e
con la CEDAW. Insieme abbiamo appena modificato il commento sulla
pratica dannosa generale secondo cui l'età del matrimonio era di 16
anni. Ora lo abbiamo portato a 18, ma affermando che non possono esserci
eccezioni al di sotto di tale età. E abbiamo detto alla Spagna che
sebbene l'età del matrimonio sia salita a 18 anni, deve ancora
correggere le eccezioni giustificate nelle pratiche culturali, perché si
suppone che siano pratiche dannose.