PAS/AP: L'ORRORE DEL TERZO MILLENNIO - TESTIMONIANZE Dott. Andrea Mazzeo
(dal sito https://www.alienazionegenitoriale.org)
"Voglio parlare qui di alcune storie; storie di madri finite nel girone infernale della PAS, la cosiddetta "Sindrome di alienazione genitoriale". Storie di madri che da un giorno all'altro, dal momento della separazione coniugale, si sono trovate a combattere nei tribunali per i loro figli, per sottrarli alla violenza paterna e in alcuni casi all'abuso sessuale paterno. Madri e bambini che non vengono creduti dai tecnici (medici, psicologi, assistenti sociali) e che per questo motivo vengono sottoposti a snervanti, e costose, verifiche psicologiche che dovrebbero accertare il loro stato di salute ma che spesso hanno solo il compito di sancire, con il timbro della 'scienza' ciò che sin dall'inizio è stato stabilito: i bambini mentono e i padri hanno il diritto di tenere i figli con sé anche se i figli rifiutano.
Ho posto bene attenzione a rendere non identificabili luoghi e persone; i nomi sono fittizi, le località indicate pure. Certo, se qualcuno dei protagonisti involontari di queste storie dovesse leggerle probabilmente vi si riconoscerà; ma sarà lui a riconoscersi in esse, non è detto che le storie parlino davvero di lui. Probabilmente si riconosceranno nelle descrizioni alcuni 'tecnici' (CTU, Assistenti Sociali, Psicologi, Medici, Psichiatri, Neuropsichiatri infantili, Criminologi). Ecco, costoro vorrei che vi si riconoscessero; e, un pochino, si vergognassero.
Nel mettere a disposizione del pubblico queste storie non sono animato da alcun intento diffamatorio; l'unica mia motivazione è quella di far conoscere queste realtà, quello che può accadere quando una donna decide di separarsi dal coniuge, soprattutto se lo fa per sfuggire alla violenza in famiglia o per proteggere i suoi figli dagli abusi sessuali del padre. Ma voglio far conoscere anche la lobby dei sostenitori della PAS che è molto potente e nella quale si intersecano diversi livelli di potere e capacità di controllo dell'informazione.
[Andrea]
Anna ci sei? Devo chiederti alcune cose.
[Anna]
Sì, dimmi.
[Andrea]
Sto leggendo il materiale che mi hai mandato? Ma ci sono segnalazioni contro di te per maltrattamento dei bambini?
[Anna]
No, hanno inventato tutto loro, al Consultorio.
[Andrea]
Ma non è possibile scrivere fesserie fino a questo punto.
[Anna]
Purtroppo stai vedendo di cosa sono capaci.
[Andrea]
Ma tu hai per caso detto che non vuoi che i tuoi figli vedano il padre.
[Anna]
NOOO!!!!! è il contrario. Ho sempre detto a loro che voglio che i figli
mantengano il rapporto col padre che è importante, ma non devono essere
maltrattati.
[Andrea]
Fin qui ti seguo; ma i bambini hanno mai detto che non vogliono stare col padre?
[Anna]
No, nemmeno, ma se lui promette di venirli a prendere e poi non viene,
nemmeno avvisa e li fa restar male, quando chiama gli dicono che non
vogliono uscire con lui, ma poi vanno ugualmente.
[Andrea]
Ma allora questi sono proprio matti.
[Anna]
Adesso capisci perché ho paura, se il CTU conferma la PAS cosa succede ai bambini? Mi puoi consigliare qualcuno che mi aiuti?
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Da: ...@...
A: a.mazzeo@tin.it
Gentile Dott. Mazzeo,
sono
un'assistente sociale di un consultorio familiare, fino a due mesi fa
non mi ero mai interessata più di tanto alla PAS. Ora passo le mie
serate su internet a cercare di saperne sempre di più. Nelle mie
navigazioni ho trovato i suoi articoli su molti siti.
Quando ho
iniziato a leggere della PAS immediatamente ho sentito un brivido
corrermi dietro la schiena. La cosa mi terrorizza non solo perché
ritengo la teoria assurda e ancora più assurdo che in Italia la si
voglia inserire nella legge sull'affido condiviso, quando è stata
scientificamente bocciata in America e Spagna, ma perché si sta
"programmando" un delitto nei confronti di una bambina di 4 anni.
Un
T.M. ha deciso di far passare per PAS una situazione in cui una madre ha
avuto il coraggio di denunciare un abuso, su di lei e sulla figlia, ai
servizi prima, ai carabinieri dopo.
La signora si è sempre attenuta
alle prescrizioni del T.M. e dei servizi anche quando queste erano a dir
poco assurde. Ha sottoposto la figlia a visite presso il Bambin Gesù, e
da parte di un CTU nominato dalla Procura ordinaria. Tutte le
valutazioni hanno concluso che la bambina ha avuto un contatto con la
sessualità adulta anche se per l'età non era psicologicamente
attendibile.
Gli specialisti hanno raccomandato al T.M. di tutelare
la bambina ed il T.M. ad un certo punto inspiegabilmente (pensavo, ma
ora ho qualche sospetto sul perché) ha iniziato a parlare di PAS perché
la bambina ha iniziato a rifiutarsi di incontrare il padre in incontri
protetti (che molto spesso protetti non sono stati).
Ora la signora si trova a dover affrontare una CTU lei, la bambina, i nonni materni, lo zio materno, il padre della bambina.
Quesito: "valutazione di PAS".
Naturalmente madre alienante padre alienato, sorvolo sul costo presunto della perizia non certo modico.
Da: ...@...
A: a.mazzeo@tin.it
Doc, perdonami, abuso della tua
estrema disponibilità e ti pongo un quesito. Tu sai che vengo da una
storia di maltrattamenti da parte del papà di mio figlio, per i quali è
stato condannato. Dato che il piccolo da quattro anni a questa parte non
vuole più vederlo perché vittima di violenza assistita, prima sono
stata accusata di pas, ultimamente negli ultimi provvedimenti non si
parla più di me ma di conflittualità. Tieni conto che io ho sempre
giocato in rimessa ed è sempre stato il mio ex a produrre memorie dove
mi si definiva psicotica e a chiedere fin dall'inizio la sua
collocazione in istituto. Oggi i servizi sociali mi hanno chiesto di
incontrare il padre perché solo così facendo il piccolo potrà
convincersi a incontrarlo a sua volta. Ora ti chiedo: dal punto di vista
psicologico si può chiedere a me una cosa del genere? cinquanta giorni
di prognosi, stalking giudiziario da quattro anni, mai una scusa o un
ripensamento, ogni volta che mi incontra per strada mi minaccia di
morte, inoltre non mi aiuta a mantenere il piccolo. Sabato devo dare una
risposta, io non voglio assolutamente vederlo e so di avere ragione
vorrei solo motivare al meglio la mia scelta che penso sia un mio
diritto dal punto di vista umano. Loro la mettono giù che se amo mio
figlio dovrei farlo, ma io non penso proprio che mi si possa chiedere
questo neppure in nome dell'amore che provo per mio figlio.
Mi aiuti a spiegare loro che non è giusto mi si chieda questo?
Grazie e scusa.
P.S.
l'anno scorso durante gli incontri protetti il delinquente di fronte
alla freddezza del figlio gli ha detto che se continuava così lo faceva
mettere in istituto...l'educatore ha riferito al giudice che ha sospeso
temporaneamente gli incontri. Ora vogliono riprenderli ma sanno che il
bimbo non vuole vederlo e chiedono a me un passo verso il padre.