Un inadeguato Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02405 contro la "Alienazione" o "Parental Alienation"?
di Avv. Michela Nacca
Gia' il 15 ottobre 2019, durante la Conferenza Stampa delle Onorevoli Giannone, Valente, Boldrini, Annibali e Ascari in favore di Laura Massaro e di tutte le madri colpite da diagnosi di Alienazione Parentale, ci era parso evidente che i quesiti elencati dalla Presidente della Commissione sul femminicidio, finalizzati a rilevare l'uso della PAS/PA nei tribunali, apparissero gravemente inadeguati allo scopo, cosi da rischiare di non riuscire a far emergere il fenomeno e far apparire in futuro questa indagine un fallimento o addirittura fuorviante!
Mi riferisco ai quesiti formulati e presentati, come questionari, ai Presidenti dei tribunali italiani, ma anche a quelli rivolti di recente al Ministro della Giustizia attraverso un Atto di Sindacato ispettivo.
Il 30 0ttobre scorso la Senatrice Valente ( di concerto con altre Senatrici firmatarie) ha infatti presentato un Atto di Sindacato Ispettivo (il n.4 - 02405) al Ministro della Salute e della Giustizia.
Si tratta di atti potenzialmente efficaci ed IMPORTANTi ... MA SOLO SE I QUESITI FOSSERO STATI ELABORATI IN MODO ADEGUATO !
E' chiaro che siano
stati consigliati da chi probabilmente ha solo una parziale e frammentaria esperienza in merito alla Parental Alienation !(1)
I quesiti contenuti
nell'Atto di sindacato ispettivo sono i seguenti :
"se il Ministro in indirizzo ritenga utile predisporre una specifica forma di monitoraggio da parte dell'Autorità sanitaria affinché tale costrutto ascientifico (PAS o AP) non venga utilizzato dagli operatori sanitari, né dai consulenti forensi con la qualifica di medici e psicologi;
se intenda promuovere iniziative volte a monitorare l'applicazione di trattamenti sanitari giustificati, esplicitamente o meno, da PAS/AP, nonché a valutare quanto casi di questo genere confliggano con la corretta applicazione della legge n. 833 del 1978 sul trattamento sanitario obbligatorio;
se consideri opportuna l'istituzione presso il Ministero di una commissione ad hoc che si faccia carico, oltre che delle azioni indicate, anche di valutare sia gli esiti di provvedimenti basati su diagnosi e trattamenti sanitari inappropriati, sia l'impatto sulla salute dei bambini coinvolti nelle misure già attuate, valutando anche caso per caso, là dove ve ne sia necessità, tale impatto;
se intenda predisporre, in accordo con il Ministro della giustizia, misure che regolino la gestione dell'intervento sanitario in ambito forense."
Come detto si tratta di un atto importante, che attendevamo da tempo, tuttavia esso rischia seriamente di condurre a risposte solo molto parziali e incomplete, dunque fuorvianti !
Cio' potrebbe avvenire perche':
1. Non e' stato indicato il periodo di rilevazione che, a nostro parere, avrebbe dovuto aggirarsi agli ultimi 10 anni.
2. I quesiti non tengono conto del fatto che i sostenitori
della PAS, ridenominata in seguito Alienazione Genitoriale, da
diverso tempo hanno nuovamente riqualificato la loro teoria: definendola come semplice Alienazione o
addirittura solo come "problemi relazionali" o "manipolazioni
psicologiche" o "rifiuto immotivato" o in altro modo, senza piu' nemmeno parlare di
alienazione ( pur continuando tuttavia ad applicare gli stessi
principi, gli stessi criteri e teorizzando gli stessi "sintomi"
....perche' in fin dei conti continua a cambiare il nome della PAS, ma non la sua sostanza!).
La richiesta
di "verifica di monitoraggio su eventuali diagnosi di PAS/PA"
e' dunque formulata in modo del tutto
insufficiente e non fara' emergere la realta', dato che utilizza delle definizioni ormai non
piu' usate in CTU, ne' nelle sentenze o nei provvedimenti giudiziari adottate di conseguenza!
2. Anche la richiesta
di monitorare "l'applicazione di trattamenti sanitari
giustificati da PAS/AP" e' anch'essa inficiata dal cambiamento di
denominazione effettuato negli ultimi mesi, come gia' spiegato.
La denominazione
PAS o AP e' infatti ravvisabile in sentenze dei
tribunali dei minori, dei tribunali ordinari e delle Corti di
appello datate fino al settembre 2018-aprile 2019. NON
OLTRE !
Come detto, successivamente a tale periodo e' infatti ingenerata la prassi giudiziale di utilizzare altre definizioni (al posto della PAS/AP).
Qundi da una rilevazione degli ultimi sei mesi, potrebbe emergere che NESSUNA CTU o Sentenza o altro provvedimento giudiziale contenga la diagnosi di PAS e PA !
Con la conseguenza del tutto ERRONEA che si potrebbe pensare che il fenomeno sia NULLO o del tutto ECCEZIONALE !
MA NON BASTA!
Negli ultimi mesi e' cambiata anche un'altra prassi giudiziaria (e l'esempio di Laura Massaro e' emblematico ma non unico).
Anche in questo caso, il motivo del cambiamento nasce dalla feroce critica imperversata tra settembre 2018 e marzo 2019 circa la Parental Alienation ed il ddl Pillon (che costituisce solo una trasposizione in termini giuridici della junk science) : non solo sulla possibilita' di diagnosticare una sindrome/disturbo inesistente nel DSM 5, ma anche riguardo il vero e proprio TSO mascherato praticato sul minore che esso prevede e che gia' da anni veniva richiesto dai CTU ed eseguito nei tribunali (2).
Infatti da qualche tempo non viene piu' disposta la collocazione del minore in
struttura privata o casa famiglia, ove veniva attuato il trattamento psicologico di
reset (con "riavvicinamento al padre" e
parallelo drastico distacco psicologico ed emotivo
dalla madre ), ma le sentenze ed i provvedimenti giudiziali piu' recenti impongono di procedere direttamente alla collocazione presso il padre di cui il bambino ha paura (i sostenitori pro PA dicono "il genitore rifiutato"), il quale viene dichiarato
unico affidatario (SENZA PIU' PASSAGGIO ALLA STRUTTURA PRIVATA
o CASA FAMIGLIA) : padre che, stante la contemporanea dichiarata
decandenza della responsabilita' genitoriale materna, potra'
a quel punto liberamente avviare un trattamento psicologico di
reset per il figlio minore. E cio' con CHIUNQUE ed OVUNQUE EGLI VOGLIA: senza
piu' bisogno che il Giudice debba disporre il trattamento o
autorizzare l'intervento terapeutico !
Cio' comporta
ovviamente che il trattamento di RESET, che pur viene
praticato, non risultera' dagli atti giudiziari... ne' dunque esso e' piu'
ormai rilevabile da un esame nelle strutture pubbliche
(ASL), perche' rimane una scelta privata: non verificabile ne'
limitabile dalla madre !
Dove e chi
pratica questo trattamento? Da quanto tempo e con quali esiti raggiunti?
Questa sarebbe stata la domanda giusta da porre a CHI attua questo reset: ossia ai Professori che hanno insegnato da anni la PAS e a coloro che per anni hanno praticato la "cura" (con quali esiti non e' dato saperlo, PERCHE' MAI SONO STATI PUBBLICATI!).
Al Ministro della Salute e quello della Giustizia si sarebbe dovuto chiedere se questo trattamento di reset sia stato verificato scientifiamente, dai tribunali e dalle ASL, se e' mai stato approvato dal Ministero della Salute, se ad esempio esso e' stato testato con metodi scientifici ( con quali esiti e quale scarto di errore) e se e' stato brevettato !
Per quanto sopra rilevato, dunque risulta
evidente che dall'indagine ispettiva non emergeranno casi recenti attuali (ne' degli
ultimi mesi, ne' dei prossimi mesi) in risposta ai
quesiti n.1, 2, 3 e 4 proposti dall'Atto di Sindacato Ispettivo.
In tal modo sembrera'
che questi casi NON AVVENGANO E CHE IL CASO DI LAURA SIA TUTTA
UNA MONTATURA O UNA ECCEZIONE ISOLATA.
MENTRE NON E' COSI.
1) Riteniamo che molti
CAV (Centri Anti Violenza) non abbiano molta esperienza sulla
PAS/AP e cio' per vari motivi:a. le donne abusate
spesso non si rivolgono ai CAV, in quanto istituzionalizzati, ma
preferiscono rivlgersi ad associazioni private o, ancor piu', ad avvocati di fiducia.b
Peratro la maggioranza delle madri, separandosi da uomini violenti,
tuttavia non denuncia gli abusi subiti. Cio' nonostante spesso subisce
lo stesso "trattamento" riservato alle mamme che denunciano: quello di
essere accusate di Parental Alienation e di essere sottoposte a
medesimo legal harassment . c. I CAV intercettano
solo i casi di violenza (e, come detto sopra, neppure tutti!) ma
la PA e' una strategia processuale, di per se' sempre violenta e
discriminante verso donne e minori, che viene usata largamente
anche in casi in cui non c'e' mai stata violenza domestica, ne' mai
essa e' stata denunciata: casi in cui la PA viene
utilizzata strumentalmente quale strategia ricattatoria per ottenere
vantaggi economici e patrimoniali. Casi che, come ovvio, sfuggono anch'essi COMPLETAMENTE al
rilievo dei CAV, proprio perche' non nascono dalla violenza
agita in ambiente
domestico. d. Sembrerebbe esistere infine un ultimo rilievo lamentato da molte madri sul web.....
2) i primi a sollevare questa critica fummo noi di Maison Antigone, grazie alle puntuali osservazioni competenti della Prof.sa Assuntina Morresi, nella nostra ampia relazione di audizione del 15 gennaio 2019 sul ddl pillon.