Un Convegno critico sulla Alienazione Parentale

05.11.2019

di Avv. Michela Nacca

Proprio nel giorno in cui le rappresentanze delle Nazioni relazioneranno alle  Nazioni Unite, sullo status quo delle violenze e delle discriminazioni subite da donne e minori (compresi i casi di rivittimizzazione in ambito giudiziario), la nostra Presidente Avv. Michela Nacca, la Vicepresidente Avv. Simona D'Aquilio nonche'  l'esperta  psicologa e CTP Dottoressa Bruna Rucci, insieme all'Avv. Paolo Voltaggio, alla Gup Manfredonia Paola e la CTU Maddalena Cialdella, le Avvocate  Angelica Addessi e Lucilla Anastasio, nel Palazzo della Cassazione sono intervenute   in un confronto dialettico sulla "parapsicologia", la "junk science", l' "apice della follia" , cosi come definita in USA la teoria della "Alienazione Genitoriale", in un Convegno organizzato dal Progetto Donna del COA di Roma.

Abbiamo spiegato  perché la Parental Alienation non solo non deve essere diagnosticata, ne' in ambito clinico ne' applicata in quello forense ma, coerentemente con quanto indicato da anni dal  The Leadership Council on Child Abuse & Interpersonal violence, essa debba venire BANDITA dai tribunali di tutto il mondo, in quanto violenta strategia processuale, legal harassment, che soffoca la Giustiza e viola i fondamentali diritti umani di donne e minori!

Vedi le interviste di Dire Agenzia  Stampa https://www.dire.it/05-11-2019/386863-lalienazione-genitoriale-divide-ancora-giudici-legali-e-ctu-a-confronto/?fbclid=IwAR3E-XE0hhKmyQJXoiCZtVutZolb12HNrsHokQluKHnJ8YgOPD4QN7OMYPM



Gli interventi hanno indicato una interessante novita' : ossia un ulteriore cambiamento del linguaggio da parte dei sostenitori della Parental Alienation (ex PAS).

Chi fino a qualche mese fa insegnava, parlava e scriveva di Alienazione Parentale o, in modo abbreviato, di Alienazione, e prima ancora aveva insegnato, parlato e scritto di PAS, oggi dice di non volerne piu' sapere !

Ma sara' veramente cosi?

Si e' detto che, date le Sentenze della Cassazione - da cui la pseudoteoria Alienazione Parentale e' stata piu' e piu' volte bocciata, aggiungiamo noi -  ora si raccomanda infatti di "non parlare piu' di alienazione ne' di lavaggio del cervello che un genitore fa sul figlio" ma di "rifiuto e di disfunzione relazionale dove ognuno mette il suo contributo".

Un invito a smettere di parlare di Parental Alienation rivolto anche a chi la Parental Alienation la combatte, quasi come un rimprovero di radicalizzazione!(1)


Dagli ex impavidi sostenitori della PA dunque ora viene detto che la mera conflittualita' genitoriale, che potrebbe ingenerare un superabile e momentaneo rifiuto nel minore grazie a mirate cure psicologiche (sempre il Reset di cui scrivevano nel ddl Pillon fino a pochi  mesi fa?), verrebbe distinta dai casi di violenza!

Questa chiara distinzione dunque dovrebbe comportare anche un discrimine chiaro  tra l'ipotesi di rifiuto momentaneo, non radicato,   e quello invece  radicale dovuto alla paura profonda che un minore prova verso un genitore abusante. Cosi abbiamo pensato!

Abbiamo per un momento esultato, ritenendo  che finalmente i sostenitori della PA fossero giunti  alle nostre stesse conclusioni , per altre vie piu' tortuose ed a suon di bocciature delle Supreme Corti internazionali e dei Tribunali di Cassazione,  di tutte le nazioni!

Purtroppo il nostro convincimento e' durato  giusto il tempo di ascoltare subito dopo  le argomentazioni aggiuntive e gli esempi riportati: tutti comunque esemplificativi di presunti comportamenti alienanti materni (implicitamente contrapposti a presunti/interpretati comportamenti positivi paterni) ricondotti alla solita logica della Parental Alienation.

Sicche' ad es.  gli episodi riportati ictu oculi significativi di una grave violenza subita, sotto la scure della interpretazione psicologica, sono risultati ricondotti a casi definiti  di mera conflittualita' e non di violenza. Cioe' abbiamo dunque  imparato che, quando un bambino mostra terrore del padre tanto da farsi la pipi addosso solo al pensiero di doverlo incontrare, a quanto pare bisognerebbe comprendere che tale comportamento  non significherebbe un rifiuto radicale dovuto a terrore del bimbo  di esporsi ad un pericolo, ma   potrebbe essere solo l' espressione inconscia del desiderio del bambino ad avere il  padre vicino a se' e sintomo della sua rabbia (sempre inconscia) per non poterlo avere spesso vicino! 

Siamo dunque alle solite: la violenza, riconosciuta in teoria, nella pratica non e' vista, pur nelle sue esplicite manifestazioni. Ed i chiari sintomi del trauma (tra cui il rifiuto e la paura) vengono ricondotti a manifestazioni di senso contrario, se non  di presunte manipolazioni materne!

Ad ogni modo, si e' aggiunto che anche nei casi di comprovata violenza (cioe' solo quelli sentenziati con condanna in 3 grado di giudizio) l'obiettivo primario del Giudice e del CTU dovrebbe essere  quello di "mantenere la figura interna del genitore rifiutato" assicurando perlomeno incontri protetti tra il minore vittima di violenza ed il genitore aguzzino.

E cio', a quanto pare, per il bene stesso del minore, che viceversa crescerebbe con seri disturbi di personalita'!

Insomma la solita solfa della PAS/PA!

Tutto cio' purtroppo viene applicato  anche nei tribunali e talvolta condiviso dai Giudici, nonostante la giurisprudenza di Cassazione sia fermamente contraria, con buona pace di cio' che prescrive la Convenzione di Istanbul e di cio' che la psichiatria e la psicologia classica, nonche' la vera comunita' scientifica e l'OMS insegnano!



1)  Chissa' com'e'....dinanzi all'invito di non nominare piu' la Parental Alienation,  personalmente mi sono ricordata di Pillon, che dopo aver gioito, manifestato ai 4 venti la propria soddisfazione circa la stesura e la presentazione del ddl 735, rivendicandone orgoglioso la paternita' e totale adesione - e  giudicandone gli oppositori come dei meri "ideologi" e le critiche come mere "radicalizzazioni" in realta' dal ddl stesso provocate -  poi ad un certo punto e dinanzi le molteplici e gravi bocciature dovute alle evidenti e ripetute violazioni dei diritti umanitari e delle norme costituzionali ivi contenute e rilevate (compresa la scure abbassata dal Centro Livatino), egli stesso ha finito per chiedere di non definirlo piu' "ddl Pillon" perche', in fin dei conti, ne sarebbe stato "solo" il primo firmatario!

Chissa' come e', ho ricordato anche il Prof. Camerini, che dopo aver esultato e lui stesso vantato la paternita' di una parte del ddl Pillon, compiacendosi e non smentendo anche chi lo riconoscesse pubblicamente come importante ispiratore (v. sua intervista su In Terris e v. suoi post facebook del 4 agosto 2018 ) poi prese a negare ogni relazione fra lui ed il ddl !(v. sotto).


CHIAMACI AI SEGUENTI NUMERI:

+39 3470409004

 

mail:

avv.nacca@tiscali.it




SCRIVETECI  UTILIZZANDO  IL MODULO SEGUENTE



Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia